Le norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico

Pubblichiamo integralmente la legge 170/10 che definisce le procedure e gli strumenti compensativi e sostitutivi che devono essere attivati per gli alunni disabili che soffrono di questo disturbo. Quindi, non più insegnanti di sostegno,  ma misure didattiche ed educative che la scuola deve attivare per favorire il processo d’integrazione dei ragazzi dislessici

LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 –  (GU n. 244 del 18-10-2010 ).
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
promulga la seguente legge:

Art. 1 – Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia

1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati “DSA”, che si manifestano in presenza di capacita’ cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attivita’ della vita quotidiana.

2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficolta’ nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidita’ della lettura.

3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficolta’ nella realizzazione grafica.

4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficolta’ nei processi linguistici di transcodifica.

5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficolta’ negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.

6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme.

7. Nell’interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5, si tiene conto dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia.

Art. 2 – Finalita’

1. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalita’:
a) garantire il diritto all’istruzione;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialita’;
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessita’ formative degli studenti;
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
h) assicurare eguali opportunita’ di sviluppo delle capacita’ in ambito sociale e professionale.

Art. 3 – Diagnosi

1. La diagnosi dei DSA e’ effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici gia’ assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e’ comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate.

2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attivita’ di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficolta’, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.

3. E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1. L’esito di tali attivita’ non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

Art. 4 – Formazione nella scuola

1. Per gli anni 2010 e 2011, nell’ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, e’ assicurata un’adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacita’ di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.

2. Per le finalita’ di cui al comma 1 e’ autorizzata una spesa pari a un milione di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente utilizzo del Fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, come determinato, dalla Tabella C allegata alla legge 23 dicembre 2009, n. 191.

Art. 5 – Misure educative e didattiche di supporto

1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilita’ didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.

2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, a valere sulle risorse specifiche e disponibili a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, garantiscono:
a) l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;
b) l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonche’ misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualita’ dei concetti da apprendere;
c) per l’insegnamento delle lingue straniere, l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilita’ dell’esonero.

3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.

4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’universita’ nonche’ gli esami universitari.

Art. 6 – Misure per i familiari

1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell’istruzione con DSA impegnati nell’assistenza alle attivita’ scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili.

2. Le modalita’ di esercizio del diritto di cui al comma 1 sono determinate dai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 7 – Disposizioni di attuazione

1. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, si provvede, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ad emanare linee guida per la predisposizione di protocolli regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attivita’ di identificazione precoce di cui all’articolo 3, comma 3.

2. Il Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto, individua le modalita’ di formazione dei docenti e dei dirigenti di cui all’articolo 4, le misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5, comma 2, nonche’ le forme di verifica e di valutazione finalizzate ad attuare quanto previsto dall’articolo 5, comma 4.

3. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, da adottare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, e’ istituito presso il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca un Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti di comprovata competenza sui DSA. Il Comitato ha compiti istruttori in ordine alle funzioni che la presente legge attribuisce al Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca. Ai componenti del Comitato non spetta alcun compenso. Agli eventuali rimborsi di spese si provvede nel limite delle risorse allo scopo disponibili a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca.

Art. 8 – Competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome

1. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in conformita’ ai rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione nonche’ alle disposizioni del titolo V della parte seconda della Costituzione.

2. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono a dare attuazione alle disposizioni della legge stessa.

Art. 9 – Clausola di invarianza finanziaria

1. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 4, comma 2, dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi’ 8 ottobre 2010

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Visto, il Guardasigilli: Alfano

Superamento delle disparità e sperequazioni?

Nel   Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) n. 185, dal titolo “Modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap ai sensi dell’art. 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289”, è contenuta  la modifica dell’attuale prassi di certificazione.
Il principio ispiratore del DPCM 185/2006 evidenzia  come  una diversa modalità di certificazione sia la prima fonte di sperequazione e,  conseguentemente, determini una disparità di trattamento.
Possiamo individuare tre  criteri diversi per la certificazione del deficit cui corrispondono trattamenti diversi.
La prima riguarda, appunto, l’individuazione del soggetto portatore di disabilità  ai sensi della legge 104/1992 per i benefici connessi all’integrazione scolastica (docente di sostegno); tale accertamento veniva fatto dal singolo specialista del Servizio sanitario nazionale (art. 2 del DPR 24 febbraio 1994) o dai servizi TSMREE (tutela salute mentale e riabilitazione età evolutiva) e dai Centri Accreditati.
Il secondo tipo di certificazione è` di competenza di una commissione medico-legale e riguarda i benefici previsti dalla legge 104: permessi, aspettative, provvidenze varie (riduzione del bollo dell’autovettura, del canone televisivo…), attribuzione dell’assegno di frequenza o dell’assegno di accompagnamento.
La terza fa sempre riferimento a una commissione medico-legale deputata all’accertamento del grado di invalidità (solo per le persone maggiorenni) e  all’attribuzione  dell’assegno di accompagnamento.
Con DPCM 185 si voleva  superare questa frammentarietà, individuando un unico soggetto che, attraverso un verbale sottoscritto dai componenti “del collegio”, attestasse contemporaneamente tutti i benefici e le spettanze dei rispettivi ambiti di indagine.Tuttavia, a distanza di 5 anni dal varo della legge, gli organismi collegiali non sono stati ancora creati e si costringeranno le famiglie a passare al vaglio prima dei Tsmree e/o dei  Centri  Accreditati e poi delle Commissioni  Medico-Legali riproducendo, così, frammentarietà degli interventi e lungaggini burocratiche (basti pensare al ritardo con cui gli uffici dell’INPS vagliano le pratiche istruite dalle varie Commissioni  Medico-Legali  delle ASL).

Le disparità e le discriminazioni che si volevano superare permangono!!


I bambini giocano alla guerra.
E' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai pum e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.

C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.

Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.

E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura


Bertold Brecht
Augusta 10 febbraio 1898
Berlino, 14 agosto 1956