Nel caso affrontato dal TAR siciliano una persona con disabilità ha richiesto al Sindaco del Comune di Residenza la stesura del proprio progetto individuale, tramite apposite istanze, passando anche dalla diffida da parte del proprio legale di fiducia, le quali non hanno ricevuto alcuna risposta. E’ stata, quindi, costretta a chiamare in giudizio l’ente locale (dopo circa 4 mesi dalle richieste) per chiedere la verifica della legittimità del comportamento della pubblica amministrazione e con il fine di tutelare il riconoscimento di un proprio fondamentale diritto.
Il Tribunale amministrativo regionale di Catania ha così riconosciuto l’illegittimità del “silenzio inadempimento” posto in essere dall’ente locale e dal distretto socio-sanitario alle diverse richieste avanzate dalla persona con disabilità di stesura del progetto individualizzato ed ordinato al Comune stesso di provvedere, entro 30 giorni dalla notifica della sentenza ad accogliere tale istanza.
Il sistema normativo previsto dall’art. 14 della legge 328/00 e, più in generale dall’intera disposizione legislativa nazionale per le persone con disabilità, prevede che il fulcro principale del sostegno delle persone con disabilità e del loro raggiungimento di una vita “indipendente”, sia proprio la stesura dei progetti individualizzati di vita. Esso determina, tra l’altro, quella necessaria concertazione voluta dalla l. 328/00 tra persona con disabilità, famiglia, enti locali, enti sanitari e terzo settore e comporta la “presa in carico globale della persona con disabilità” e della sua famiglia da parte delle istituzioni competenti.
Se questo è l’orizzonte normativo di riferimento la realtà, purtroppo, è ben diversa. Le famiglie, costrette ad una quotidiana solitudine, devono ricercare incessantemente i modi per superare le situazioni di bisogno o le necessità di assistenza socio-sanitaria. Infatti ciò a cui assistiamo è una politica disgregata di accesso ai servizi sanitari (partecipazione a singoli bandi o necessità di particolari requisiti), di ricerca di centri di riabilitazione o di altre tipologie di assistenza sanitaria.
L’auspicio, pertanto, è che dopo questa ennesima pronuncia “pilota” in tema di inclusione delle persone con disabilità, gli enti locali, insieme a quelli regionali e nazionali, si attivino per garantire a tutti il rispetto e l’esigibilità di tale fondamentale diritto, anche attraverso la concreta attuazione della normativa esistente e l’adeguamento della stessa alla luce della più recente Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità ratificata nel nostro Paese con la L. 18/2009.
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